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Taccuini di viaggio – le recensioni degli spettatori di POS 2021

Validissimo falso, Andrea Kaemmerle, Subiaco 19 giugno

Mettiamo una sera di incontrare un vecchio amico che non vediamo più da tempo. Ci si vede in uno di quei locali di vecchia data dove l’aria più pulita la puoi trovare forse al cesso, dove ogni tanto mangi un boccone solo per spezzare la monotonia tra un bicchiere di vino e l’altro. Ci vado con la mia donna; lui è già li seduto ad un tavolo che parla e ride insieme ad una allegra compagnia; come mi vede si alza e mi da una pacca sulle spalle da lasciarmi senza fiato mentre saluta la mia donna dandole un bacio sulla bocca, poi come se niente fosse si mette di nuovo seduto e riprende a raccontare la storiella che aveva appena interrotto per venire a a salutarci. L’atmosfera è comunque piacevole e ti senti subito come tornato a casa; anche la mia compagna si sta divertendo un mondo a sentire le storielle che racconta il mio amico.
E’ un gran tipo. Ti cattura l’attenzione , ti fa sentire leggero, ti senti complice di quello che dice.  E proprio quando non te lo aspetti ti piazza una battuta feroce, sottile ed ironica; non fai in tempo a riprenderti che lui ha già ripreso il racconto e quando è arrivato in fondo ti ritrovi a pensare il mondo, gli uomini e te stesso in modo diverso da prima, non sai come è successo ma è così, come il serpente che ad un certo punto fa’ la sua muta e cambia di pelle.

Quello di Andrea Kaemmerle è un teatro tra vecchi amici che si incontrano di nuovo, confidenziale e guascone, ironico e spietato nel raccontare le tragedie dell’umanità passate e presenti ma senza mai perdere di vista il ruolo fondamentale e salvifico che potrebbe e dovrebbe esercitare l’uomo che si fa consapevole anche attraverso il saper ridere di se stesso e della vita.

Marco Meloni

Memorie di un ciabattino TWAIN, Licenza Villa diOrazio 27 giugno

In una cornice davvero preziosa e unica come l’area archeologica della villa di Orazio nei pressi del Comune di Licenza, ho assistito allo spettacolo “Memorie di un ciabattino” della compagnia Anonima Teatri/Twain. Lo spettacolo tratteggia le vicende di un giovanissimo servo ciabattino, figlio di ciabattino, a servizio nella casa di Bruto, senatore della Repubblica romana, nei momenti che precedono l’assassinio di Giulio Cesare. In scena, l’attrice usa corpo e voce per creare apparenze, dissolvenze e relazioni con e tra i vari personaggi che interpreta ricercando costantemente un rapporto dialettico con le antiche vestigia nelle quali si trova ad agire utilizzando una fisicità a volte ironica e gioiosa, altre frammentata e ruvida ma decisamente comunicativa e contemporanea. Mi ha ricordato non tanto lo “scugnizzo napoletano” quanto il ribelle marginalizzato di una periferia urbana.Ho trovato molto interessante l’idea di contraporre e porre al centro della vicenda un personaggio storicamente irrilevante ma significativo sia umanamente che politicamente, rispetto alla narrazione storica ufficiale. Lo spettacolo è stato suggestivo e più che godibile, anche se ho avuto l’impressione in alcuni momenti che avesse bisogno di raggiungere una forma più matura anche attraverso la ricerca di una maggiore asciuttezza nel gesto espressivo e nel ritmo.

Marco Meloni

E’ scritto sul programma: ESPERIMENTO PER TELA E SPARTITO.
Mah…chissà…in fondo è un’unione di due arti che potrebbero benissimo camminare insieme. Il tutto avviene in una piccola piazza di paese, molto intima. Da una parte la facciata della chiesa, dall’altra il palazzo comunale, case con i fiori alle finestre e le persone sedute sull’uscio. Sul selciato rotoli di carta colorati, con scritte, segni, macchie, che raccontano i luoghi, il bosco, il fiume, i campi coltivati. Così scopriamo che non son segni descrittivi ma sentimenti, sensazioni, parole che vengono dal cuore e non dalla tecnica. Le persone si guardaano, sorridono, sono in attesa. Davanti a noi gli strumenti musicali prendono vita nele mani esperte i giovani musicisti. Il maestro li dirige con le mani e con tutto il corpo, quasi una danza.
Anche le rondini danzano, seguendo il ritmo della musica e del cuore della gente. Non c’è niente di scontato, ognuno di noi si lascia andare, ascolta con le orecchie ma anche con il cuore.
SI – si può osare – entrare nello sconosciuto. Le persone presenti a Marano Equo hanno osato

Luisella Capponi

VALIDISSIMO FALSO.  Da abile provocatore e in una danza clownesca , a tratti perfino leggiadra, accompagnato da violino e chitarra (rigorosamente validissimi falsi anche i musicisti) Kaemmerle apre la scena con riflessioni sul potere dell’ironia come antidoto all’ottusita’ e all’arroganza del potere.
Il racconto della vita di uno dei piu’ grandi falsari del secolo scorso e’ scandito dal coinvolgimento del pubblico che viene inquadrato, provocato, intervistato. Spunto poetico la bellezza dei luoghi e della natura circostante per celebrare una prudente e gioiosa rinascita.

STALKER. Accade sempre, quando ci sono gli Stalker: iniziale curiosita’  verso queste persone vestite di nero e i contenitori che distribuiscono in sequenza ben precisa in teatro o nella piazza. Poi una timida adesione all’invito e il progetto si compie. Tutti partecipano, nessuno dirige, nessuno commette errori e la piazza si veste.

VELLUS. ClochArt.
Rincorsa degli occhi a godere delle immagini e delle danze. Lo spettacolo ci propone un’esperienza sensoriale di altissimo livello per ripercorrere le tappe di un’umanita’ che continua a ripetere da sempre gli stessi errori.
Arlecchino avrebbe voluto chiedere a suo padre il perche’, ma non ha fatto in tempo quella volta in cui suo padre lo aveva accompagnato in montagna e lui aveva scoperto l’eco. 
L’ eco…ammonisce Arlecchino, ti restituisce quello che tu gli mandi.
Forte messaggio etico e politico.

Annalisa Cerroni