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Il Cavaliere sulla luna

scritto e diretto da Giacomo Sette
con Gloria Sapio, Maurizio Repetto e Giacomo Sette
collaborazione alla drammaturgia Fulvia Cipollari
regia digitale Simone Giustinelli
sagome e animazione teatro d’ombre Gloria Sapio
musiche di Andrea Cauduro e Luca Theos Boari Ortolani
assistente alla regia ed elementi scenici Miriam Messina
disegno luci Luca Rossi
programmazione digitale Matteo Giustinelli
Spettacolo vincitore del Bando Nuove produzioni 2022 della Regione Lazio

Uno spettacolo per il giovane pubblico e per le famiglie che ci trasporta nel mondo onirico e immaginifico dei cavalieri medioevali, delle suggestioni dei cantastorie e dai racconti delle gesta dei paladini. Astolfo è un bambino che passa il tempo nella sua stanza a disegnare mappe di mondi fantastici. La sua unica compagnia è SanGio, amico immaginario che compare nei raggi di Luna. Gli altri bambini emarginano Astolfo, che sogna di diventare un grande Paladino come suo cugino Orlando. Quando uno scudiero lo arruola con l’inganno in un’improbabile scuola di scudieri, Astolfo ha l’occasione di dimostrare il suo valore. Solo lui infatti, grazie alla sua fantasia, può recuperare il senno di Orlando e salvare il regno dalla sua follia.

“Canta canta cantastorie la canzone di tre storie, che racconta le vittorie dei valenti paladini contro i mori saracini… Viva Rinaldo, il vincitore! Viva la sposa sua, Biancofiore! Viva Baiardo e i paladini, viva la chioccia coi suoi pulcini, viva il castello che non c’è più, evviva il mago Urluberlù!”
Emanuele Luzzati


LO SPETTACOLO
Il cavaliere sulla Luna è uno spettacolo che si ispira al canto XXXIV dell’Orlando Furioso di Ariosto, dove il duca Astolfo, cugino del paladino Orlando, vola a cavallo di un ippogrifo sulla Luna per recuperare il senno perduto dal grande paladino “impazzito” a causa della gelosia per Angelica e ormai inservibile come eroe per l’esercito dei Paladini.
Questa storia è il punto di partenza di una ricerca più ampia fatta dalla compagnia, che ha coinvolto anche altri testi come Il Cantastorie e I Paladini di Francia di Luzzati e L’avventura di un cavaliere medievale di Georges Duby, alla ricerca di una declinazione contemporanea, non violenta e fiabesca del concetto di Paladino. Nello spettacolo infatti i Paladini sono come dei supereroi, personaggi leggendari che ogni bambino aspira a diventare.
Tra i bambini che sognano di diventare paladini c’è anche Astolfo, figlio di Re Ottone e cugino del famoso
paladino Orlando. Ma Astolfo non è come tutti gli altri bambini. Astolfo è un solitario. Infatti ai divertimenti
dei coetanei preferisce i disegni di mappe fantastiche, giocare nella sua stanza con i soldatini e sognare le gesta dei Paladini. Per questo gli altri bambini lo prendono in giro.

L’unico vero amico di Astolfo è Sangio, una creatura fantastica che appare solo con i raggi di luna e che può vedere solo lui. Astolfo cresce così nel suo mondo di fantasia, isolato dagli altri, finché un giorno non viene arruolato come Scudiero nella Scuola di Scudieri.
Lontano da casa e da SanGio, costretto a marciare all’infinito sotto la pioggia, Astolfo dovrà scontrarsi per la prima volta con la realtà, accorgendosi di quanto sia dura.
Messo ai margini anche dalla Scuola di Scudieri, il nostro eroe si rivelerà essere l’ultima speranza del suo regno contro un nemico invincibile e inimmaginabile: suo cugino Orlando.
Il fortissimo Paladino ha infatti perso il senno ed è ridotto ad essere una macchina da guerra senz’anima.
Ma grazie alla fantasia così apparentemente inadatta al suo mondo, Astolfo riuscirà a volare sulla Luna, dove si è perso il senno di Orlando e a riportarlo a suo cugino salvando il suo regno, diventando così il paladino più famoso di tutti i tempi.
L’intenzione della compagnia è coinvolgere il giovane pubblico in un viaggio brillante e poetico che lo sensibilizzi all’inclusione e alla condivisione delle diversità e a coltivare sempre la fantasia e la curiosità tipiche dei bambini, valori spesso lasciati ai margini del complesso mondo degli adulti.
La diversità di Astolfo, cioè quella di preferire un mondo di fantasia a quello poco entusiasmante di chi lo circonda, si dimostra un punto di forza quando il suo mondo non è in grado di rispondere alla follia e alla caduta del suo eroe più importante. Davanti al fallimento di una società rigidamente marziale, razionale ed escludente – la fantasia di un bambino può è l’unica risposta ad una crisi senza precedenti.
Lo spettacolo, della durata complessiva di 50 minuti circa, usa numerosi linguaggi diversi tra loro, associandoli con la semplicità e la fantasia tipica dei giochi dei bambini.
La narrazione epica di due cantastorie/clown introduce le vicende che verranno narrate, per trasformarsi poi nei personaggi principali della storia. Così altri linguaggi scenici si aggiungeranno a quello dei clown: il teatro d’ombre, l’avanspettacolo, il rap e il gaming.
Il viaggio sulla luna di Astolfo, infatti, è realizzato come un videogame proiettato dal vivo, ispirato al mondo di Roblox e di Minecraft tanto caro alle bambine e ai bambini, dove il protagonista dovrà risolvere enigmi e superare prove per ritrovare il Senno di Orlando.

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